Docenti



Maria Margarita Segarra Lagunes

Ricercatrice in Restauro. Nata a Città del Messico e laureata con lode in architettura in Messico (Universidad La Salle, 1985) e in Italia (Università di Chieti, 1992) vive a Roma dove lavora e studia dal 1985. Ha frequentato il corso Architectural Conservation ARC ‘85 e il corso Conservation Préventive dans les Musées ‘85 presso l’ICCROM di Roma. Dottore di ricerca in Storia e Conservazione dell’Oggetto d’Arte e di Architettura, presso l’Università degli Studi Roma Tre, è membro dell’ICOMOS México, socio fondatore di DO.CO.MO.MO Italia e vicepresidente dell’International Scientific Committee on the Analysis and Restoration of Structures of Architectural Heritage (ISCARSAH). 
Ha condotto numerose ricerche e progetti scientifici inerenti alla Storia dell’Architettura e alla Conservazione del Patrimonio architettonico, documentati da un’ampia produzione editoriale e saggistica (vedi:https://iris.uniroma3.it/simple-search?query=segarra&rpp=10&sort_by=bi_sort_2_sort&order=DESC&filter_field_1=author&filter_type_1=authority&filter_value_1=rp16387#.XZXjei1abUI).
Ha promosso e curato numerose iniziative culturali, espositive e scientifiche di rilievo internazionale, tra cui si ricordano la mostra sul Piano INA Casa, quella sulla città di Berlino dopo la caduta del muro e la mostra Francesco Cellini, strumenti e tecniche del progetto di architettura, oltre a diversi seminari internazionali sul rapporto tra aree archeologiche e progetto contemporaneo. Nel 2014 e nel 2016 è stata Commissaria del Padiglione del Messico alla Biennale di Venezia per la XIV e la XV Mostra Internazionale di Architettura. Ha tenuto numerose conferenze e lezioni presso università italiane e straniere. Insieme a Mario Manieri Elia ha lavorato per significativi progetti di restauro di strutture museali in edifici storici e in complessi archeologici. Tra questi si ricordano il Museo Civico di Nocera Umbra, il Museo Regionale della Ceramica Umbra a Deruta, il complesso delle Cento Camerelle a Villa Adriana, il Museo del Laterizio e delle Terrecotte a Marsciano.
Ha progettato e diretto i lavori di restauro e sistemazione museale della Rocca Pia di Tivoli, nonché dell’Anfiteatro romano di Bleso, sempre a Tivoli.
Con Francesco Cellini ha vinto il primo premio nel concorso di progettazione per la valorizzazione e restauro del Teatro romano di Spoleto (2005), quello per la riqualificazione del Mausoleo di Augusto e di Piazza Augusto Imperatore a Roma (2006), quello per la valorizzazione di Porta Nuova, nel centro storico di Marsala (2009) e quello per il Yenikapi Transfer-point, nel luogo dell’antico porto di Teodosio a Istanbul (2012).
Nel 2017 ha curato con Francesco Cellini l’allestimento della mostra Colosseo. Un’icona e, nel 2018, l’allestimento della mostra permanente Il Colosseo si racconta, nel Colosseo di Roma.

Dal 2018 dirige la Missione dell’Università Roma Tre per la redazione di progetti di restauro dei monumenti messicani danneggiati dai terremoti del 7 e 19 settembre 2017 e, in particolare per i conventi cinquecenteschi dell’Inmaculada Concepción a Zacualpan de Amilpas e di San Juan Bautista a Tetela del Volcán, entrambi inscritti nella lista del Patrimonio dell’Umanità dell’UNESCO e della piccola cappella di Guadalupe ad Amecameca.

Matteo Flavio Mancini
Si laurea in Architettura nel 2010 presso la Sapienza Università di Roma con una tesi dedicata al progetto non realizzato per il teatro Carlo Felice di Genova di Carlo Scarpa (relatori P. Albisinni, L. De Carlo), il video realizzato in tale occasione è stato acquisito dal MAXXI di Roma ed esposto in occasione della mostra “Models/Modelli. MAXXI Architettura Collezione” (MAXXI, 19/07/2012-2/04/2013).
Nel 2015, presso il Dipartimento di Storia Disegno e Restauro dell’Architettura della Sapienze Università di Roma, consegue il Dottorato di Ricerca in Scienze della Rappresentazione e del Rilievo con la tesi intitolata “Ragione e intuizione nell’illusionismo prospettico” (tutor L. De Carlo, R. Migliari) in cui studia il rapporto tra meccanismi percettivi e strumenti geometrici a disposizione degli artisti per realizzare opere di illusionismo prospettico architettonico. Partecipa alla ricerca PRIN 2010 “Prospettive architettoniche: conservazione digitale, divulgazione e studio” (coordinatore nazionale R. Migliari) e alla Edizione Critica Nazione del De prospectiva pingendi di Piero della Francesca (presidente della commissione scientifica M. Dalai Emiliani).

Dal 2015 svolge attività didattica e di ricerca presso il Dipartimento di Architettura dell’Università Roma Tre. Collabora ai corsi di Tecniche di Rappresentazione (L. Farroni) e di Rilievo (G. Spadafora); dal 2017 tiene l’insegnamento di Rappresentazione Digitale presso il corso di Disegno dell’Architettura A (C. Bedoni). Nel 2016 e 2018 è Assegnista di Ricerca presso il Dipartimento di Architettura dell’Università Roma Tre (tutor G. Spadafora) e dal 2018 partecipa al gruppo di ricerca su Palazzo Spada a Roma (coordinatore L. Farroni). Si occupa di disegno, rilievo e storia della prospettiva partecipando a convegni nazionali e internazionali e con pubblicazioni in atti di convegno, capitoli in libro e riviste scientifiche.

Michele Zampilli

Laureato in architettura a Firenze nel 1982, è Professore Associato in Restauro architettonico. Ha collaborato con Antonino Giuffrè al concepimento dei primi Codici di Pratica in Italia (Castelvetere sul Calore, Ortigia), e con Paolo Marconi negli studi sui caratteri costruttivi e tipologici dell’edilizia storica (Manuale del Recupero di Palermo, Analisi delle tipologie edilizie e costruttive del Centro Storico di Roma, Atlante dei centri storici italiani soggetti a rischio sismico). I risultati di tali ricerche sono pubblicati in numerosi volumi collettivi tra cui Sicurezza e conservazione dei centri storici: il caso Ortigiaa cura di A. Giuffrè(1993), Il manuale del Recupero del Centro Storico di Palermo, a cura di F. Giovanetti (1996); Codice di pratica per gli interventi post-sisma 1996 della Regione Marche, a cura di F. Doglioni, P. Mazzotti, (2007).Ha partecipato alla redazione del Nuovo Piano Regolatore di Roma occupandosi di tessuti e tipi edilizi della Città Storica. È stato relatore a convegni e conferenze su temi disciplinari. È membro del Consiglio Scientifico dell’Associazione per il Recupero del Costruito e vice presidente dal 2015.È membro del Centro Studi per la Storia dell’Architettura.
Responsabile scientifico di ricerche e progetti nazionali e internazionali inerenti la conoscenza ed il restauro dei tessuti urbani ed i tipi edilizi delle città storiche, in particolare quelli soggette a rischio simico.Tra questi: Manuale delle pavimentazioni pubbliche del centro storico di Roma; Piani di ricostruzioni dei centri urbani di Castrovirreyna e Huaytará (Perù) danneggiati dal sisma del 15 agosto 2008; Manuale del Recupero del centro storico di Cusco (Perù); Le Mura Aureliane: conoscenza, ricognizione, progetto.Dal 2015 partecipa alla EscuelaTaller de Artes y OficiosTradicionales/Artesanales de El Salvador, progetto finanziato all’Università Roma Tre dalla Cooperazione Italiana allo Sviluppo del Ministero degli Affari Esteri in collaborazione con la Secretería de Cultura di El Salvador. In questo ambito è responsabile scientifico del restauro di edifici di valore patrimoniale quali la Antigua estacion de ferrocarill di Zacatecoluca e la Casa Barrientos a Izalco.
È docente e membro del Consiglio scientifico dei Master in Restauro (Roma Tre) e coordinatore del Laboratorio di progettazione. Dal febbraio 2009 è responsabile del Laboratorio di Restauro del Dipartimento di Architettura e dal 2013 è membro del Collegio Dottorale Architettura Innovazione e Patrimonio(Politecnico di Bari, Università Roma Tre).
Si è occupato dei progetti di restauro di numerosi edifici monumentali tra cui il Palazzo Broletto e la Chiesa di San Barnaba a Brescia; la Cattedrale di Cefalù; il Palazzo Nardini ed il Palazzo in piazza Lovatelli a Roma; i palazzi Buonaccorsi a Macerata, Galletti a Palermo, e Riccio di San Gioacchino a Trapani; il Castello di Alcamo; la Chiesa di San Francesco del Prato a Parma, il convento di S. Antonio a Ceppaloni (BN); il Castello di Piombino. 

Antonio Belmonte
Laureato in Storia e Conservazione dei beni architettonici e ambientali nel 2012 e in Scienze dell’Architettura nel 2013, presso l’Università degli Studi Mediterranea di Reggio Calabria, rispettivamente con le tesi: “Il progetto di restauro di Palazzo Diano a Fiumefreddo di Sicilia (Ct). Progetto di conservazione dei Materiali” ed “Edilizia residenziale del 700 nella Sicilia Orientale: Studio dei materiali e delle tecniche Costruttive.”
Nel 2018 Laurea magistrale in Architettura-Restauro, presso la Facoltà di Architettura di Roma tre, con una tesi: “Recupero e riqualificazione dell’Ex convento di Sant’Agostino – Comacchio (Fe)", Relatore:  Prof. M. Burrascano, Correlatori: Prof.ssa M.M. Segarra Lagunes e PhD Laura Pujia.
Nel 2011 partecipa allo stage, nei paesi terremoti in provincia dell’Aquila dal sisma, con il Prof. Vittorio Ceradini. “Il sisma aquilano: il danno e l’abbandono, i problemi di conservazione nella messa in sicurezza, nel restauro, nella prevenzione, nella manutenzione strutturale”.
Dal 2014 al 2015 ha collaborato per il restauro e il recupero delle facciate dell’immobile in Corso Vittorio Emanuele II, 251, Roma. Collabora con la Prof.ssa M.M. Segarra Lagunes, Prof. F. Cellini e Ing. G. Cangi, alla “Missione di collaborazione per il restauro e il recupero del patrimonio storico-architettonico messicano danneggiato dai terremoti del 7 e del 19 settembre 2017”.
Dal 2019 collabora con l'Istituto Archeologico Germanico di Roma, per la redazione e sistemazione della planimetria generale della Domus Aurea.